Estendere Desktop su Due Schermi

Quante volte guardando video che trattano grafica su youtube ci è capitato di vedere un computer collegato a 2 schermi con desktop esteso. Funzione comodissima, utilizzata moltissimo dai grafici, dai videomaker, in particolare con Macintosh, ma utilizzabile molto facilmente anche su Windows.

Se possediamo un portatile verifichiamo che abbia l’ uscita per un secondo monitor.

Colleghiamo il secondo monitor e clicchiamo il tasto destro del mouse su una parte vuota del desktop. Clicchiamo su Impostazioni schermo.

impostazioni

Premi sul tasto Rileva in modo che che il computer riconosca tutti i monitor collegati. Successivamente clicca sul monitor che ti interessa e potrai modificare i relativi parametri. Potrai indicare se il monitor scelto è il principale o se non lo è e potrai indicare l’orientamento dello schermo e come esso si relaziona con il principale, cioè se scegliere tra duplica o estendi.

Se il netbook non è dotato di una seconda uscita vga, verifichiamo se per caso ha un’ uscita aggiuntiva per tv od altro dispositivo ed andiamo ad utilizzare un riduttore a vga (il connettore blu dove solitamente colleghiamo lo schermo). Se utilizziamo un pc fisso possiamo utilizzare uno sdoppiatore vga. Se si dispone di un proiettore wifi come questi, è anche possibile collegarsi tramite rete, sfruttando la connessione bluetooth.

Se dovessi decidere di usare la modalità estendi ti ricordiamo che è importante rispettare le risoluzioni di ciascun schermo e non indicare una risoluzione non adatta ad un monitor, altrimenti potresti avere problemi di compatibilità.

Come Installare XChat e Come si Utilizza

XChat è un programma per chattare sulla rete IRC. Ha un’interfaccia tabbed, supporta server multipli e fornisce un alto livello di configurabilità. È rilasciato sotto la licenza GPL ed utilizza il toolkit GTK+ per la propria interfaccia grafica.

Adesso vediamo come installare questo programma su ubuntu e analizziamo alcuni comandi. L’installazione può avvenire in due modi. Con i file deb oppure compilando l’archivio tar.

INSTALLAZIONE DA PACCHETTI DEB.

Andiamo su questo link e scendiamo nella sezione “Package files”. A seconda del nostro sistema scegliamo il pacchetto per la nostra architettura. Per chi non lo sa, può scaricare il pacchetto “xchat-common_2.8.8-0ubuntu1_all.deb” che è valida per l’architettura a 32bit e anche per quella a 64bit.

Scarichiamo il pacchetto ed installiamolo con “Ubuntu sotfware center”.

INSTALLAZIONE DA ARCHIVIO TAR.BZ2

Apriamo il terminale e scarichiamo il tar.bz2 con

wget xchat.org/files/source/2.8/xchat-2.8.8.tar.bz2
(versione che adrà aggiornata in futuro sicuramente, perciò per avere l’ultima in futuro dovremmo guardare con il nostro browser su xchat.org/files/source/2.8 se c’è una vesione nuova e scaricarla).

Copiamo il pacchetto tar.bz2 dentro /opt:

sudo cp -fr $HOME/xchat-2.8.8.tar-bz2 /opt
Spostiamoci dentro /opt e scompattiamo l’archivio:

cd /opt
sudo tar jxvf xchat*
Installiamo il plugin tcl:

sudo apt-get install tcl tcl8.4-dev
Adesso apostiamoci nella cartella appena scompattata:

cd xchat-2.8.8
Prepariamo la compilazione:

sudo ./configure
Prima di compilare, installiamo le varie dipendenze:

sudo apt-get build-dep xchat
Adesso compiliamo:

sudo make
sudo make install
“Se il terminale non ci fa compilare, sicuramente abbiamo la shell impostata come dash”. Per farla diventare bash diamo:

sudo dpkg-reconfigure dash
…rispondiamo si e poi compiliamo.

Una volta finita la compilazione il programma si troverà su Menù> Internet> Xchat

Ecco alcuni comandi che ci possono tornare utili:

/amsg
permette di inviare un messaggio a tutti i canali aperti.

/away [messaggio]
permette di uscire temporaneamente e di mandare un messaggio.

/ban
consente il ban di un utente lo può utilzzare l’amministratore del canale.

/clear
pulisce la finestra bisogna indicare il nome della finestra.

/clipboard
permette di copiare del testo selezionato negli appunti.

/dcc send [filename]
(DCC=Direct Connection to remote Client).
permette di inviare dei file all’utente specificato esempio.

/dcc send prova file

/dcc get [filename]
permette di ricevere file da un utente specificato.

/dcc close
Causa la chiusura della sessione di trasferimento.

/dcc list
Elenca i trasferimetni in atto.

/dcc chat
Permette la conversazione diretta tra due utenti senza che i messaggi passino su IRC

/exit
Chiude il collegamento ed esce da irc.

/disconnect
permette la disconnesione dal server.

/help
con questo comando è possibile ricevere aiuto sui comandi.

/list
permette di visualizzare tutti i canali aperti nel server.

/links
Mostra uin elenco dei server connessi alla rete.

/kick #nomecanale
permette a chi ha creato il canale di espellere un utente.

/kill
permette all’amministratore che ha creato il canale di espellere un utente ma anche di disconnetterlo dal provider.

/msg [testo]
Invia un messaggio privato ad un utente che non viene visualizzato da altri, evitando di aprire una finestra di conversazione privata.

/names canale
Fornisce una lista dei “soprannomi” utilizzati dagli utenti di ogni singolo canale.

/parte oppure /leave canale
Serve per abbandonare un canale, ma non il server

/play [-cp q# m# rl# t#] [channel/nick] [filename][delay]
E’ un comando molto potente che permette di inviare ad un utente delle righe di un file di testo
L’abuso di questo comando, ad esempio l’invio di file troppo lunghi (delay) comporta una disconnessione

/whowas
Mostra una serie diinformazioni relative ad un utente che si è da poco scollegato al canale.

/whois #canale
Permette di apprendere informazioni sui partecipanti come l’e-mail dei partecipanti al canale:

/who #canale
Visualizza l’indirizzo e-mail dei partecipanti collegati sul canale indicato.

/mode #canale|nickname [[+|-]modechars [parameters]]
Questo è forse il comando più potente di IRC che consente di modificare i parametri del canale e degli utenti collegati. I comandi vengono impartiti utilizzando una sintassi complessa che permette di assegnare o togliere i valori (attributi), utilizzando il + o il -.

/nick
permette di modificare o creare un nick

/join #canale
permette di entrare in un canale /join #ciao entra nel canale ciao se il canale non esiste ne crea uno automaticamente.

/server
permette di collegarsi ad un server specificato.

Come Aggiornare e Installare un Kernel Linux

Vediamo come compilare un kernel

1- Scarichiamo i sorgenti

2- Decomprimiamo

3- Configurare il kernel

4- Installazione

1- Scarichiamo i sorgenti
Rechiamoci sul sito Kernel.org.

A questo punto dobbiamo scegliere quale versione di kernel abbiamo bisogno. In questo sito troviamo solo le versioni vanilla (pure, senza patch). Personalmente scelgo sempre la “latest stable version” ovvero l’ultima versione stabile (che in questo momento è 2.6.36.2). Qui potete trovare una FAQ con tutte le domande più comuni.

Ovviamente la scelta di un kernel rispetto ad un altro cade dinnanzi alle caratteristiche (magari un kernel ha qualche modulo in più rispetto una versione precedente, o ha disponibili patch particolari per hardware particolari).

Una volta scaricato.

2- Decomprimiamo
…basta decomprimerlo nella cartella /usr/scr in modo da avere una cartella stile /usr/src/linux-2.6.36.2

3- Configurare il Kernel
Da terminale posizionarsi su /usr/src/linux-2.6.36.2 (ovviamente la versione del kernel da voi scelto) e dare il comando

make xconfig (se volete il config grafico su kde)

make gconfig (se volete il config grafico su gnome)

make menuconfig (se volete il config testuale su terminale)

E ora come configuro il kernel?

Eheh qui bisogna provare, sbagliare ed imparare Occhiolino Per prima cosa andiamo ad abilitare le nostre periferiche (che ovviamente sono indispensabili) poi in un secondo momento andiamo ad integrare moduli che ci potranno servire e togliere moduli inutilizzati (ad esempio se si ha un processore AMD è inutile andare a inserire moduli riguardanti INTEL)

Una buona lettura che mi ha messo sulla retta via è stata questa (tratta da “documentazione gentoo”)

Mentre questo è un estratto del nostro forum: http://linuxmx.altervista.org/new/forum/viewtopic.php?f=8&t=62&start=10#p203

4- Installazione
Una volta configurato è importante salvare il file .config nella cartella del kernel e da terminale dare il comando:

make
make modules
make modules_install
make install

Riassunto:
Un piccolo riassunto/script per velocizzare il processo di compilazione kernel potrebbe essere:

#scarico l’ultimo kernel in formato .tar.bz2

wget http://www.kernel.org/pub/linux/kernel/v2.6/linux-2.6.35.4.tar.bz2

#decomprimo in /usr/src/

tar -xvf linux-2.6.35.4.tar.bz2 -C /usr/src/

#mi posiziono nella cartella del kernel

cd /usr/src/linux-2.6.35.4

#configuro il kernel
make xconfig

#inizio la compilazione/installazione
make
make modules
make modules_install
make install

Varianti:
1- openSUSE

Su questa distro è possibile andare a creare direttamente un pacchetto rpm, eseguendo le fasi 1, 2 e 3 e poi (una volta posizionati nella cartella del kernel) dando il comando:

make rpm

per poi andarlo ad installare con

rpm -ivh cd /usr/src/packages/RPMS/x86_64/kernel-2.6.35.40.1desktop-1.x86_64.rpm

2- Ubuntu

Su questa distro è possibile andare a creare direttamente un pacchetto deb, eseguendo le fasi 1, 2 e 3 e poi (una volta posizionati nella cartella del kernel) dando il comando:

#se si ha un sistema multiprocessore vengono eseguite più compilazioni in parallelo

export CONCURRENCY_LEVEL=2

#Qualora i sorgenti fossero già stati compilati in passato e si desiderasse ripulirli

make-kpkg –rootcmd fakeroot clean

#il comando per creare il pacchetto .deb

make-kpkg –rootcmd fakeroot –initrd kernel_image kernel_headers modules_image

In seguito per installare tale pacchetto basterà dare sempre da terminale:

sudo dpkg -i linux-headers-[VERSIONE_DEL_KERNEL].deb

sudo dpkg -i kernel-image-[VERSIONE_DEL_KERNEL].deb

Come si Utilizza Apt

L’Advanced Packaging Tool, conosciuto con l’acronimo APT (l’abbreviazione di advanced packaging tool) è un gestore di pacchetti da riga di comando usato dalla distribuzione GNU/Linux Debian e le sue derivate. Esso è un tool c.d. di “alto livello” in quanto, rispetto al suo predecessore dpkg, gestisce automaticamente le dipendenze in fase di installazione, aggiornamento e rimozione del software.

Esso quindi gestisce i pacchetti con estensione .deb
APT è anche ampiamente configurabile configurabile, attraverso il file /etc/apt.conf

E’ inoltre possibile stabilire quali repositories si vogliano usare, agendo su file /etc/sources.list che contiene la lista dei repositories. Tale file, contenente le informazioni che servono ad APT per trovare i pacchetti, è modificabile con un qualunque editor di testo, permette di inserire o eliminare repositories a piacer dell’utente.

In particolare in esso c’è una lista degli indiìrizzi dei repositories, anteposti ai quali potrebbero esserci:

deb: indica un repository che contiene pacchetti binari. Sono quelli consigliati per la maggior parte degli utenti.

deb-src: indica unrepository che contiene il codice sorgente dei pacchetti. Molto utili per gli sviluppatori.

Un esempio di stringa contenuta nel file sources.list potrebbe esssere la seguente (in riferimento a Debian):

deb ftp://ftp.it.debian.org/debian/ testing main contrib non-free

Ove :

Tipo di sorgente: deb per i pacchetti precompilati, deb-src per i pacchetti sorgente
URI (uniform resource identifier): Indirizzi ftp o http, cdrom (cdrom://) o directory (file://)
Tipologia della distribuzione: stable, testing, unstable oppure potato, woody, sid, etc.
Lista di archivi: main per l’archivio principale, contrib per pacchetti molto usati ma che hanno licenze non di tipo GPL o non del tutto chiare, non-free per pacchetti con licenze non compatibili con licenze che prevedano la libera distribuzione di quel software.

La directory /var/cache/apt/archives/ contiene invece la cache dei pacchetti.

APT in realtà è cosituito da una suite di programmi, che possono o meno essere cumulativamente preinstallati su una distibuzione GNU/Linux che adotti APT come gestore di pacchetti.

Alcuni di essi sono:

apt-get: per oprare installazione, aggiornamento e rimozione del software
apt-cache: per compiere operazione sulla cache dei pacchetti
apt-key: per gestire le chiavi di autenticazione, necessarie per accedere ai repositories che ne richiedano l’utilizzo
apt-file: che consente di cercare un file specifico all’interno di uno o più pacchetti
apt-spy: serve ad analizzare, selezionare e rimuuovere i mirrors con la maggiore ampiezza di banda
apt-build: serve per compilare i programmi da sorgenti, generare un pacchetto .deb ed installaro.

La differenza di apt-build con apt-get è che il programma verrà compilato scaricando i sorgenti.

Ora passiamo ad illusrtrare alcuni esempi di utilizzo più comuni e/o ricorrenti di APT:

Per installare un pacchetto:

# apt-get install nomepacchetto

utilizzando, anteponendo ad install, l’ozione –reinstall si potrà reinstallare un pacchett già installato. Invece adoperando l’opzione -s verrà simulata l’installazione.

Rimuovere un pacchetto:

# apt-get remove pacchetto

con l’aggiunta dell’opzione “–purge” si ha una cancellazione che comprende tutti i files di configurazione relativi a quel pacchetto (programma)

Per aggiornare la cache dei pacchetti

# apt-get update

Per aggiornare un pacchetto

# apt-get upgrade nomepacchetto

se viene invocata la sola opzione update, saranno aggiornati tutti i pacchetti installati

Aggiornare l’intero sistema:

# apt-get dist-upgrade

Cercare un pacchetto:

# apt-cache search nomepacchetto

Reperire informazioni sul pacchetto:

# apt-cache show nomepacchetto

Ripulire la cache (cancella tutti i file .deb presenti nella directory /var/cache/apt/archives/) di tutti i pacchetti scaricati:

# apt-get clean

Ripulire la cache (cancella tutti i file .deb presenti nella directory /var/cache/apt/archives/)dei pacchetti obsoleti (di cui non esistano delle nuove versioni)

# apt-get autoclean

Scarica i sorgenti di un pacchetto senza installare il medesimo:

# apt-get source nomepacchetto

Per controllare se uno o più pacchetti hanno dipendenze non soddisfatte:

# apt-get check nomepacchetto

se viene utilizzato da solo, check controllerà che le dipendenze di tutti i pacchetti installati nel sistema siano soddisfatte.

Risulta essere inoltre disponibile anche un’interfaccia semi-grafica per apt, denominata aptitude, che consente un più agevole ed intuitivo utilizzo del programma.

Come si Utilizza Yum

Yum, come il programma rpm, calcola le dipendenze, ma al contrario di quest’ultimo non si limita semplicemente a segnalarle, ma è in grado di risolverle automaticamente, scaricando i files necessari per un certo programma in sede di installazione del relativo pacchetto.

E’ anche possibile configurare yum, agendo sul file /etc/yum.conf.

La sintassi da adottare per un corretto utilizzo di yum è la seguente:

yum [opzioni] [COMANDO] nomepacchetto
Di seguito vengono presentate le sintassi per eseguire determinate funzioni.

INSTALLARE UNO O PIU’ PACCHETTI

yum install nomepacchetto
verrà installato un progrmma chiamato nomepacchetto

yum install nomepacchetto nomepacchetto2
verranno installati due programmi, chiamati rispettivamente nomepacchetto e nomepacchetto2

AGGIORNARE UNO O PIU’ PACCHETTI

yum upgrade nomepacchetto
verrà aggiornato un progrmma, installato attualmente sul PC chiamato nomepacchetto

yum upgrade nomepacchetto nomepacchetto2
verranno aggiornati due programmi installati, chiamati rispettivamente nomepacchetto e nomepacchetto2

yum upgrade
in questo modo verranno aggioranti tutti i pacchetti installati attualmente nella machina, ad una versione più recente. Il processo potrebbe richiedere un tempo abbastanza elevato

NOTA:lanciando yum update verrà aggiornato anche il kernel della distribuzione in utilizzo

AGGIORNARE LA CACHE DEI PACCHETTI

yum update
per contralle la presenza di aggiornamenti disponibili

yum check-update
Il programma restituirà due valori:

0: nessun aggiornamento trovato

100: nella vostra macchina ci sono pacchetti che dispongono di un aggiornamento.

In questo caso verà presentata la lista di pacchetti aggiornabili, senza installare alcun pacchetto.

Per controllare se esiste una versione più recente di un pacchetto:

yum update nomepaccheto nomepacchetto2
a differenza dell’opzione update utilizzando upgrade verranno aggiornati solo i pacchetti già installati attualmente sul PC. L’utilizzo di update è utile quando si voglia aggiornare la distribuzione, effettuando un avanzamento di versione, in questo cosa si passerà anche ad una versione più aggiornata di un dato programma, se questo sarà contenuto nella versione cui si sta avanzando aggiornando (per esempio) Firefox 16.0 a Firefox 17.0.

RIMUOVERE PROGRAMMI

yum remove nomepacchetto nomepacchetto1
NOTA: verrà cancellato anche ogni pacchetto che dipende dal programma che si chiede a yum di rimuovere

EFFETTUARE RICERCHE TRA I PACCHETTI

yum serch
La funzione search permetterà di cercare un pacchetto partendo dalla sua descrizione,dal suo sommario o dal suo campo di appartenenza.

Può essere molto utile se si ricerca un pacchetto del quale non si conosce il nome ma si è a conoscenza della funzione o comunque di una parola ad esso legata.

OTTENERE INFORMAZIONI SUI PACCHETTI:

il comando

yum provides nomefile
potrà essere usato per determinare quale programma fornisce un determinato file.

Es:

nico@mycomp:~$ yum provides gimp.so
Installed package: gimp-perl.i386 37:1.7-0.1.0 matches with libmozjs.so
1 result returned
per ottenere invece delle descrizioni e delle sommarie informazioni circa i pacchetti, possiamo usare l’opzione info:

yum info
(seguito eventualmente da [OPZIONI])

oppure

yum list
(seguito eventualmente da [OPZIONI])

che consente di ottenere maggiori informazioni sui pacchetti.

Esempi:

yum list available
consentirà di ottenere la lista completa di programmi installabili nel vostro sistema e reperibili nei repository.

yum list updates
consentirà di ottenere la lista completa di programmi aggiornabili nel vostro sistema e reperibili nei repository

yum list [argomento]
consentirà di ottenere la lista di pacchetti specificati in [argomento] reperibili nei repository

yum list extras
PULIRE LA CACHE DEI PACCHETTI

Il comando

yum clean
(seguito eventualmente da [OPZIONI])

Alcuni esempi, con relative spiegazioni:

yum clean packages
L’opzione consente di eliminare tutti i pacchetti presenti nella cache.

yum clean headers
Questa opzione consentirà di cancellare tutti i files headers usati da yum. Al primo utilizzo di yum dopo questa opzione si costringerà yum sarà a scaricare nuovamente gli headers.

yum clean oldheaders
Questa opzione consentià di eliminare headers non più utilizzati da yum per la localizzazione nelle repository dei pacchetti

yum clean all
Con questa opzione verranno attuate contemporaneamente yum clean packages e yum clean oldheaders

OPZIONI GENERALI

Queste opzioni possono essere abbinate ai comandi visti in precedenza rispettando la sintassi:

yum [opzioni] [COMANDO] nomepacchetto
-h oppure -help

in questo caso il programma mostrerà una pagina di help riassuntiva mostrante i comandi.

-v oppure –version

In questo verrà restituita la versione di yum installata nel sistema

-y

Passando questa opzione ad ogni domanda verrà risposto yes (si) automaticamente

-c seguito da [indirizzo]

Questa opzione permetteà di specificare un indirizzo da cui il file verrà prelevato. E’ possibile immettere come indirizzi http, ftp, ed url in locale.

-d seguito da [numero]

L’opzione -d seguita da un numero intero compreso tra 0 e 10 consente di impostare il livello di output del degub. In altre parole consente di stabilire la quantità di output che verranno stampati nella console. Inserendo il numero 0 si otterrà il livello minimo di debug,metre impostando il livello 10 si otterrà il massimo livello di informazioni

-e seguito da [numero]

L’opzione -e seguita da un numero compreso tra 0 e 10 consente di impostare il livello di output degli (eventuali) errori.In altre parole consente di stabilire la quantità di output di errori che verranno stampati nella console.

Inserendo il numero 0 verranno stampati solo gli errori considerati critici,impostando 1 si otterranno errori cinsiderati critici più errori ritenuti molto importanti.

-t (t sta per tollerant)

Inserendo quest’opzione il sistema non stamperà gli errori che riguadano i pacchetti.

Es:digitando

yum install xine thunderbird
e avendo già installato nella in una macchina virtualbox, yum non completerà l’installaizone perchè uno dei programmi risulta già presente e terminerà con un errore.

digitando invece

yum -t install xine thunderbird
yum completerà l’installazione anche se uno dei programi risulta già presente

-R seguito da [tempoinminuti]

Inserendo questa opzione sarà possibile stabilire il tempo massimo che yum attenderà prima di compiere il comando richiesto

-C (C sta per cache)

Inserendo questa opzione yum lavorerà prima nella memoria cache e non scaricherà o aggiornerà alcun headers sino a quando non avrà terminato l’azione richesta.

–exclude

Quest’operazione permette di escudere uno (o più) pacchetto (pacchetti) dal comando cui l’opzione si riferisce

Es:

yum –exclude xorg
escluderà dall’aggiornamento xorg e xine

–download-only

Inserendo questa opzione i pacchetti non verranno installati ma solo scaricati nella url/var/cache/yum/nomerepository e sarà poi necessario un’installazione manuale.

–installroot=url

ove url l’indirizzo della directory dove si vorrà scsaricare i files (indicare sempre il percorso completo, partendo da /)

Infine, vorrei sengnalare alcuni programmi che costituiscono delle interfacce grafiche a yum:

PackageKit

(il tool grafico predefinito in Fedora, a pertire dalla vers. 9)

homepage: http://www.packagekit.org/

Yum extender

(conosciuto anche come YumEX)

homepage: http://www.yum-extender.org/cms/

KYum

(Interfaccia grafica per Yum su KDE)

Molto interessante.